sabato 19 febbraio 2011

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L'attività ludica si modifica via via, di pari passo con lo sviluppo intellettivo e psicologico del bambino, ma rimane un aspetto fondamentale della vita a qualsiasi età.
Il gioco è importante per lo sviluppo intellettivo perchè giocando il bambino comprende, ogni volta, nuove modalità per entrare in relazione con il mono esterno.

Il gioco diventa uno strumento fondamentale per il bambino perchè lo aiuta a sviluppare le capacità cognitive, poichè grazie a questo impara ad entrare in relazione con gli altri, con i suoi pari e perchè lo aiuta a sviluppare la sua personalità.

Quindi si può dire, al fine di tutto, che l'attività ludica aiuta:             

                                                                    1) LO SVILUPPO AFFETTIVO

2) LO SVILUPPO COGNITIVO


                                       3)  LO SVILUPPO SOCIALE, RELAZIONALE
                                                
                                                                                     

sabato 12 febbraio 2011

Concludendo...

Insomma...al fine di tutto possiamo dire che è necessario garantire a tutti i bambini il tempo e lo spazio per poter giocare, per poterliberare le loro pulsioni interne.
Oggi infatti moltissimi documenti internazionali affermano il diritto al gioco del bambino, che viene visto come un bisogno primario dell'infanzia in quanto fondamentale per la crescita del bambino, e ottimo strumento per l'educazione.
Attraverso il gioco, infatti, il bambino comincia a comprendere come funzionano le cose, cosa si può fare con determinati oggetti, comincia a comprendere che esistono leggi  della probabilità e del caso, e impara, quando comincia a giocare in gruppo, che esistono delle regole di comportamento che vanno rispettate.
l'attività ludica, insomma, è un processo grazie al quale il bambino impara a conoscere sè stesso e il mondo esteriore, imparando anche ad accettare e rispettare le esigenze di queste due realtà (interiore ed esteriore).

sabato 5 febbraio 2011

Il gioco...apertura verso il mondo

Secondo il senso comune, il gioco è un'attività secondaria della vita umana, che si contrappone al lavoro e alle attività "serie" della vita.
Nella vita adulta, secondo Fink, i giochi sono dei semplici passatempi e spesso nascono dalla noia.
Per il fanciullo però il gioco non sembra essere tutto questo ma piuttosto un mezzo di esistenza.
Grazie al gioco il bambino riesce a realizzare la sua apertura verso il mondo.
L'attività ludica é dunque secondo Fink il simbolo del mond; questo non vuol dire che il mondo può essere concepito come gioco.
Il gioco è simbolo del mondo nel senso che  in esso si esprime il modo dell'uomo di rapportarsi al mondo e all'altro dal momento in cui il fanciullo tende sempre, nel momento in cui gioca, a coinvolgere anche altri bambini.
Il gioco di gruppo è insomma fondamentale per il bambino per imparare a relazionarsi con "l'altro" e ad aprirsi verso il mondo.

lunedì 31 gennaio 2011

La filosofia ed il gioco:

L'attività ludica viene presa in considerazione non solo dalla pedagogia e dalla psicologia ma anche dalla filosofia. Sono molti infatti i filosofi che, nelle loro opere, trattano dell'importanza del gioco nello sviluppo dei bambini.
Nel corso del tempo sono state ipotizzate diverse teorie riguardanti la natura e il significato del gioco.  Secondo H. Spenser l'attività ludica nasce dal bisogno di liberarsi da forze di natura biologico-istintuala ovvero il gioco è una strategia per innescare e poi scaricare energie represse. Inoltre questo autore intuisce che il gioco è fondamentale nel percorso evolutivo della personalità.
Per Schiller il gioco è fondamentale nella vita dell'uomo, egli infatti sostiene che: "l'uomo è pienamente tale solo quando gioca" poichè grazie al gioco si ritrova e impara a conoscere se stesso. Giocando l'individuo riesce a libarare la propria mente dai giudizi altrui e ha così la possibilità di scaricare la propria emotività ed istintualità.
Attraverso il gioco dunque il bambino inizia a conoscere la propria personalità, il proprio essere e questo è fondamentale poi per aprirsi verso gli altri, verso il mondo che lo circonda.
Un altro grande filosofo che parla del gioco è Fink.

Pre-esrcizio e post-esercizio

Interessante è ricordare due teorie che sono nate in contrasto tra loro: quella del post-esercizio di H. Carr e quella del pre-esercizio di K. Groos.
Secondo la prima l'attività ludica servirebbe ad ottimizzare una nuova dinamica comportamentale; dunque secondo questa teoria ogniqualvolta il bambino perviene ad un nuovo schema di comportamento riesce attraverso il gioco a strutturarlo e perfezionarlo.
Secondo la teoria del pre-esercizio invece il gioco sarebbe l'elemento propedeutico alla vita adulta ovvero, grazie all'attività ludica il bambio si preparerebbe a quella attività che dovrà svolgere da adulto.
Secondo Gross dunque il gioco ha un valore educativo molto forte dal momento in cui aiuta il bambino a conoscere e a prepararsi al mondo degli adulti.
Queste due teorie sono state poi armonizzate da Piget il quale riconosce nel gioco la funzione cenrale nello sviluppo cognitivo, personale e della personalità.

domenica 9 gennaio 2011

Winnicott e gli oggetti transizionali

Inizialmente il bambino è totalmente legato alla madre, nei primi anni di vita c'è una sorta di fusione tra madre e figlio. Successivamente però la madre deve fare in modo che il bambino si stacchi da lei e crei un proprio io.
Per compiere questo viaggio il bambino si serve di quelli che Winnicot definisce "oggetti transizionali"; questi sono oggetti particolari come ad esempio una coperta o un pupazzo che stanno ad indicare quella transiozione dallo stato di fusione con la madre a quello in cui la madre viene vista come qualcosa di esterno e separato da noi.
Secondo Winnicott l'uso di questi oggetti transizionali segna la prima esperienza di gioco.
Il gioco è secondo questo autore un'esperienza creativa che permette al bambino di trovare se stesso e di entrare in contatto con il proprio sè dal momento in cui è proprio l'utilizzo di questi oggetti transizionali  che portano il bambino a creare prima e ad esprimere poi la propria personalità staccandosi dalla mamma.

sabato 1 gennaio 2011

il gioco: non solo sviluppo cognitivo

Secondo alcuni autori il gioco non aiuta solo nello sviluppo cognitivo come sosteneva Piaget; Vygotskij, psicologo russo, sosteneva infatti che l'attività ludica è fondamentale anche per lo sviluppo affettivo ed umano del bambino.
Attraverso il gioco il bambino impara a relazionarsi con gli altri e quindi a creare  rapporti con chi gli sta intorno, con gli altri bambini che giocano con lui; con il gioco il bambino riesce a dare vita a  nuove amicizie e quindi svilupparsi anche sul piano affettivo e non solo cognitivo.
Questo autore critica anche le visioni del gioco come mezzo non finalistico e non produttivo dal momento in cui egli sostiene che questa attività costituisce un importante elemento di crescita e sia essenziale per la definizione della personalità in tutti i suoi aspetti.